• Skip to primary navigation
  • Skip to content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Speranza Hope for Children

ONLUS

  • Chi siamo
    • L’associazione
    • Mission e vision
    • Dove operiamo
    • Report annuali
  • I progetti umanitari
    • Siria
    • Turchia
    • Grecia
    • Serbia
    • Italia
    • Campagne concluse
  • Testimonianze
    • Racconti siriani
    • photo gallery
  • Come aiutarci
    • Dona ora
    • Deducibilità fiscale
    • 5 x MILLE
    • Enti, fondazioni, aziende, associazioni e sostenitori
    • Diventa volontario
    • Regali
  • Contatti
I Diritti dell’Infanzia in Siria – di Elena Calogiuri

I Diritti dell’Infanzia in Siria – di Elena Calogiuri

La prima Dichiarazione sui diritti dei bambini (Dichiarazione Ginevra) è stata approvata dalla Società delle Nazioni nel 1924. Nel 1959 le Nazioni Unite hanno approvato un nuovo testo più aggiornato, quello che poi sarà definitivamente adottato il 20 novembre 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La Convenzione, ratificata da 20 Paesi, è entrata in vigore nel 1990.
E’ stata firmato da tutti i Paesi del mondo eccetto da quattro: Isole Cook, Oman, Somalia ed Emirati Arabi Uniti. Anche la Siria ha firmato la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.
Eppure, nella Siria odierna, non solo i diritti dell’infanzia, ma anche quelli fondamentali dell’uomo, sembrano essere divenuti dei “privilegi”. Le piccole vittime della guerra civile siriana, infatti, sono più di 12.627. Bambini morti a causa dei bombardamenti, di inedia a seguito degli assedi delle città, morti torturati dal regime siriano, come il giovanissimo simbolo della Rivoluzione, Hamza al Khatib, arrestato dagli Shabiha a soli otto anni durante una delle prime manifestazioni a Dar’a. Sempre più sono le immagini dei piccoli martiri di questa guerra che denunciano la condizione dell’infanzia rubata nella Siria odierna e ricordano che le vittime sono persone come noi e non numeri. C’è quella di Hisham Hammu morto di inedia e di ferite riportate a seguito di bombardamenti nella Douma (provincia di Damasco) assediata da più di un anno; quella di Bashar Taha, deceduto anche lui per assenza di cibo a causa dell’assedio del regime nella Ghouta orientale. Ma di fame si muore anche ad Homs, città sotto le forze lealiste da gennaio 2012, dove le fonti di sussistenza sono le locuste; nel campo profughi palestinese di Yarmouk, nella città di Hama e nella provincia di Damasco. Ad Aleppo, a Der Ezzor, ad Idlib e anche ad Homs, i giovani siriani muoiono sotto le macerie o dissanguati perché una bomba ha strappato loro arti o parti del corpo. A Ghouta (massacro del 21 agosto 2013), ad Harasta, a Kafr Zita (11 aprile 2014) muoiono soffocati dai gas sarin e di cloro sprigionati dai barili del regime. Nelle città delle Siria, quelli che sopravvivono sono nelle strade, seduti sui marciapiedi, alcuni senza scarpe; giocano, quando possono, quando, per pochi minuti, si dimenticano della guerra; per il resto corrono da una zona all’altra delle città per recuperare un pezzo di pane. Altri sono già dimentichi della loro tenera età, stanno con gli adulti e aiutano loro a scavare sotto le macerie per recuperare i feriti o per estrarre i morti. I bambini in Siria sono costretti a vedere teste mozzate, cadaveri, assistere a bombardamenti, sparatorie, a barbare esecuzioni. Ci sono anche quelli che muoiono prima ancora di nascere, perché i cecchini del regime si divertono, in un macabro gioco, a sparare i grembi gravidi delle donne.
I bambini che sopravviveranno, in Siria, saranno adulti lacerati all’interno dell’animo, con traumi insanabili, avvezzi a scene di violenza, e, per alcuni, alla pratica della violenza, per semplice legge di sopravvivenza o perché, come i bambini addestrati dall’ISIS (Dash), plasmati a idee radicali estremiste inculcate come “giuste”.
In Siria, ad essere massacrati, non sono stati solamente i quasi 13.000 bambini, ma anche i diritti fondamentali dell’uomo e dell’infanzia. Dire “genocidio” è poco; la Siria potrebbe essere proclamata quale capitale mondiale di “dirittocidio” o “iuscidio”.
I bambini che sopravviveranno a questa guerra saranno coloro destinati a ricostruire la Siria; saranno adulti fragili, con un dolore immenso nell’animo e negli occhi. Saranno però anche forti perché sopravvissuti alle peggiori condizioni che la vita ha imposto loro. Saranno adulti consapevoli del valore della vita e grati di tutto ciò che possiederanno, prima fra tutto il dono della vita. Saranno sì adulti con un dolore irremovibile nel cuore e nello sguardo ma nei loro occhi vi sarà anche la purezza di chi ha visto la luce della speranza.
La speranza nella salvezza delle loro vite, nella salvezza e nel futuro della Siria.

Foto © Paola Viola

Dona ora

Dona ora!

Articoli recenti

  • Progetto “Smiling families – famiglie sorridenti”
  • Progetto “Special smile – sorriso speciale”
  • Special smile – Yamen
  • Special smile – Zenab
  • Special smile – Mohamed

Hope sui Social

Facebook

HOPE ONLUS
Via Santa Caterina 60/C
38062 Arco (TN)
Tel: 0464/510025
Cell: 345 5959319
info@speranza-hopeforchildren.org
Orario uff.: dalle 08:30 alle 12:30

FacebookYoutube
Capodacqua

Newsletter

Iscriviti tramite Facebook

... oppure inserisci i tuoi dati:

Indirizzo email:

Acconsento al trattamento dei miei dati personali (decreto legislativo 196 del 30/Giugno/2003). Leggi tutto

SPERANZA - HOPE FOR CHILDREN ONLUS | CREDITS | PRIVACY POLICY
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.OkLeggi di più